SASSI
SUBO
1 - Autopalo
1 - Cecconi Mattia
1 - Marinaro Carlo
2 - Mbida Jean
1 - Varotto Luca
Da una parte i Subo, memoria collettiva del torneo, compagine-mito, dall’altra i Sassi, squadra guidata da fuori dal talismanico Michelino.
Pronti via, e Carlo Marinaro fa 0-1 con la naturalezza di chi non ha mai saltato un’edizione. Poi, come se non bastasse, arriva un autopalo beffardo che sembra dire: “Stasera, Sassi non ce n’è” . Il 3-0 lo firma Mbida Jean come sempre elegante, preciso, inesorabile.
I Sassi però, con l’orgoglio che li contraddistingue, trovano un varco nell’inerzia: Gnudi Giacomo accorcia e riaccende i decibel del pubblico, disturbando perfino gli avventori del BarH, intenti a sorseggiare la birra in modalità “pilota automatico”.
Il secondo tempo comincia con un cambio d’aria. Qualcuno sussurra che Don Piercla abbia predicato ai suoi via messaggio vocale: non sappiamo se sia vero, ma Camassa Andrea accorcia le distanze con un palo che sa di redenzione. 2-3. E poco dopo Tridello Tommaso, con lo sguardo di chi non ha paura di niente (nemmeno di affrontare i Subo), firma il pareggio: 3-3. Rimonta completata? Macché.
I Subo non sono nati ieri. In un amen, Cecconi Mattia riorganizza le gerarchie: 3-4. Poi di nuovo Mbida Jean, che fa doppietta con una naturalezza spaventosa. Infine Varotto Luca, che mette la parola fine con il 3-6 definitivo, mentre i Sassi — generosi, ma logori — si ritrovano con le cartucce scariche e la fionda spezzata. Un risultato forse bugiardo per come s’era riaperta, ma che dice una cosa chiara: i Subo, quando decidono di girare la chiave, restano una macchina da Palo che viaggia come un diesel di lusso. I Sassi? Hanno cuore, colpi e voglia. Ma stavolta… hanno tirato la pietra controvento.
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