Non è una partita, è un’abbuffata di contrasti. La prima gara della serata si gioca con il termometro – a detta dei presenti – oltre i limiti dell’umano, tra lingue penzoloni, borracce evaporate e il profumo di salsiccia che sale dalla Griglia del Galeone. Lo si capisce subito che non sarà una gara da ritmi vertiginosi: il primo tempo sembra un… boh. Di certo non una partita di Palo.
I Bafana? Mezzi in vacanza, rimaneggiati e forse pure spaesati. Ma in campo c’è comunque chi la sa lunga: Paccagnella fa il Paccagnella (che, da regolamento, significa “segna, sempre”) e la banda gialloverde (anche oggi in amaranto) si prende il vantaggio.
Dall’altra parte, l’Atletico Perniente indossa la sua versione più fedele al nome. Ma un faro nella nebbia c’è, e si chiama Martin Mattia: palista di razza, talento silenzioso con il piede che fa poesia. Il suo primo palo – al 21’ del primo tempo – è roba da museo. Si vocifera che la Commissione Stile lo stia già incorniciando come Miglior Palo del Torneo.
Nel secondo tempo i Bafana sembrano in controllo: salgono sul 4-1 e la pratica pare archiviata. Ma l’Atletico ha un sussulto d’orgoglio, ancora con Martin in cattedra, che ne piazza altri due e riapre tutto. Finale incandescente, con due occasioni clamorose per il pareggio: palo sfiorato e mani nei capelli, ma il destino stavolta fischia tre volte.
In classifica, i Bafana salgono a 6 e agganciano i Calli in vetta al girone, con lo scontro diretto ancora da vivere. Atletico ancora a secco, ma con questo spirito (e con Martin così), il discorso qualificazione è tutto fuorché chiuso.
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