Chi guarda solo il risultato penserà a una passeggiata. E invece no. Perché per oltre metà match, Deportivo Lo Stanzino ha venduto cara la pellaccia, come si conviene a una squadra che alla prima partecipazione aveva già conquistato il pubblico e un pass per gli ottavi. Ma quando davanti hai una Mala Del Force così, che parte a razzo con Zulian Giovanni versione Black Mamba dei Pali, ogni resistenza è destinata a sciogliersi come ghiaccio sotto i fari del TdGin.
Tre pali subito (due Zulian, uno Parpajola), e partita che sembra indirizzata. Ma i Deportivo non si scompongono, si aggrappano all’orgoglio, tengono, lottano, sbattono, sfiorano… e trovano anche il meritato palo con Sorano. Ma è come quando nel western il buono spara ma ha solo un colpo: la Mala, invece, ricarica subito. Ne mette altri due, chiude il sipario e saluta il pubblico con il sesto sigillo, opera di Kharabouche Anas, autore anche di un palo da antologia che manda in tilt i presenti.
Per Lo Stanzino è l’ultima corsa. Ma escono con onore: hanno tenuto testa a chiunque, hanno colpito, si sono fatti conoscere. Sorano e compagni meritano un bis nel 2026: il materiale c’è, la testa pure, forse serve solo un pizzico d’esperienza in più. Ma il futuro è un vagone aperto.
Per la Mala, invece, è tutto un suono di tamburi: solidi, concreti, cattivi quanto basta. Con Zulian in trance agonistica e un Parpajola chirurgico, sono squadra da tenere d’occhio. Se Anas poi continua così, tra un Gin Tonic e l’altro, sarà dura fermarli. I quarti li aspettano. E loro ci arrivano... in formazione speciale.
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