SUBO
1 - Cecconi Mattia
1 - Marinaro Carlo
1 - Ponchia Matteo
CICLONI
1 - Calore Alessandro
1 - Pivato Giacomo
Sotto le luci del TdGin, con il dj che suonava i dischi, i gin tonic a temperatura di festa ed un pubblico straordinario va in scena un ottavo dal retrogusto parrocchiale, che sa di Patronato, estate, palloni sgonfi e rivalità fraterne: Subo contro Cicloni. I primi sono la memoria, i secondi la novità. I primi hanno scritto la storia, i secondi vogliono scriverla.
Il match parte a rilento, poi esplode nel secondo tempo: Calore Alessandro e Pivato Giacomo portano avanti i Cicloni con due bordate che sembrano mettere il vento dalla loro parte. Ma si sa, al TdP anche il meteo può cambiare in un attimo. E infatti… si alza il Ponchia, che accorcia, poi Marinaro Carlo – il cugino idolatrato, l’icona di casa Marinaro – timbra il 2-2 che fa tremare Via Lazzarini. E infine Cecconi Mattia, come in un racconto a puntate, mette il timbro della rimonta.
Applausi, ma soprattutto lacrime e pelle d’oca per il finale: Carlo e Pietro Marinaro, cugini, avversari, simboli di due generazioni del Palo, si incrociano al triplice fiscio e si lasciano andare ad un abbraccio che dice più di mille parole. Lì dentro c’è il senso di tutto questo: tramandare, lottare, ma volersi sempre bene.
I Subo volano ai quarti, forti di un’esperienza che si respira anche quando arrancano. Gruppo saldo, cuore da veterani e fiammate improvvise: non saranno belli, ma vincono, ed è quel che conta. I Cicloni, invece, salutano con onore: torneo gagliardo, ricco di pali, orgoglio e margine di crescita… c’è da scommettere che torneranno affamati, li aspettiamo nel 2026.
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