DURI
1 - Afi Ayoub
1 - Marongiu Diego
3 - Nalon Mattia
3 - Ruzza Davide
La chiameranno la partita dei rimpianti e delle certezze. Dei presenti e degli assenti. Dei Subo e dei Duri. Da una parte una delle formazioni più leggendarie della storia del TdP, con centinaia di pali sparsi su tre decenni. Dall’altra, i campioni in carica, sempre più convinti di volerla mettere in bacheca anche quest’anno.
Eppure, il momento chiave non si gioca in campo, ma in tribuna. Dove Jacopo “Pappo” Masiero, storico Subo escluso dalla spedizione 2025, si lascia sfuggire una confidenza sibillina sul suo possibile ritorno nel 2026. Qualcuno sorride, qualcuno deglutisce. Perché quando uno come Pappo si rimette le scarpette, si rischia l’effetto domino in rosa.
Nel frattempo, in campo, i Duri fanno i Duri. Ruzza Davide apre la contesa con due pali dei suoi: potenti, chirurgici, silenziosi come una vendetta pensata da tempo. Subo prova a rispondere con Marinaro e un ispirato Cecconi — autore di una prova maiuscola sotto gli occhi di Pappo, giusto per far capire chi tiene ancora il posto. Ma Duri è una macchina: Nalon Mattia (tripletta), Afi Ayoub e Marongiu Diego tengono alta la pressione, mettono sostanza e sigillano un successo che vale il primo posto nel girone C.
Il match è bellissimo, pieno di fair play, applausi incrociati e nostalgia da grandi sfide. Mbida Jean, uno dei totem Subo, trova anche il modo di lasciare la firma in mezzo a un oceano di rammarico.
Subo chiude secondo e si prepara agli ottavi. Con Mbida, Marinaro, Mazzucato, Varotto e tutto il carrozzone, sarà dura per chiunque. Duri, invece, si confermano come la squadra da evitare. Puntano diretti ai quarti con convinzione e pettorali gonfi di autostima.
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