TU QUOQUE
1 - Barbieri Alberto
3 Toffanin Davide
2 Valente Nicolò
MALA DEL FORC
2 - Duranti Marco
4 - Parpajola Marco
2 - Zulian Giovanni
La Mala è viva, viva la Mala. Tu Quoque ancora lì, tra l’eccellenza e la nostalgia. Una semifinale che più palo non si può. Che fosse una sfida da leccarsi i baffi lo si sapeva, ma nessuno poteva immaginare un copione così. Quattordici pali, un’altalena continua, e un ritmo che a tratti sembrava quello di un after sotto cassa. Ma d’altronde, quando in campo ci sono la Mala Del Force (quelli che la storia ce l’hanno scritta e riscritta) e i Tu Quoque (quelli che la storia la sfiorano ogni volta), il minimo sindacale è lo spettacolo.
La Mala parte come se ci fosse il bonus benzina: Parpajola apre dopo una manciata di secondi, Duranti si sdoppia, Zulian fa finalmente pace con la sua personale Storia – lui che nel 2021 la coppa la vide dalla tribuna, e oggi la rincorre da protagonista. Il parziale è pesante, ma i Tu Quoque sono come Rocky: prendono, barcollano, ma non cadono mai davvero. Valente ne mette due, Toffanin tre, Barbieri fa il suo, e il sogno sembra di nuovo lì, a un palmo.
Ma la Mala non si scompone. Nonostante capitan Breviglieri non ci sia (gomito e morale ammaccati), nonostante Bordin ormai più testimonial di amari che sex symbol, i fuxia tirano fuori la versione Deluxe. Parpajola è una fiera, Zulian festeggia come se fosse già domenica, Duranti corre. E alla fine, quel +2 pesa. Tanto.
Il Tu Quoque esce. Di nuovo. E ancora una volta con l’applauso di chi li sa squadra vera. Gli manca sempre quel click, quel qualcosa. Ma ci sono. E ci saranno. Perché il Palo, ormai, è nel loro DNA.
Per la Mala, invece, il sogno continua. L’esperienza, l’equilibrio, e un trio là davanti che fa paura. Domenica c’è la finale. E se qualcuno pensava che il ciclo fosse finito… beh, si sbagliava di grosso.
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