Minuto di silenzio anche qui, in un campo carico d’attesa e significato. Poi la parola passa ai Pali. E parlano forte. Certo, quando vedi scendere in campo Tridello, Ruzza & co. contro Rossetto, Afi, Ruzza (nel tanto attesissimo derby di famiglia) e compagnia Dura, capisci subito che non sarà una serata normale. Un derby dal sapore epico, vissuto come una semifinale, con tutto il peso della storia su entrambi i lati. E per un tempo, i Sassi riescono persino a tenerlo in piedi.
Il primo lampo è di Rossetto Andrea, che apre le danze con la stessa eleganza che contraddistingueva il padre (campione della prima edizione del TdP). Poi, dal nulla, il boato: Gnudi Giacomo, tira fuori il colpo che riporta i Sassi in parità. E a inizio ripresa, doppietta di Tridello e rimonta completata. Ma poi...
Poi i Duri decidono che è ora di fare sul serio. Afi si scrolla la ruggine, Kadisi raddoppia, e da lì in poi è un assolo granata: Ruzza Davide, Calore, Nalon, ancora Calore. Una sinfonia da giostra del palo, diretta con la freddezza dei campioni in carica. I Sassi, onore a loro, hanno giocato. Hanno lottato, si sono sbattuti, hanno acceso gli spalti come non si vedeva da tempo. E per un tempo ci hanno creduto. Ma la realtà è che dall’altra parte c’era una macchina ben rodata, fatta di giocatori al picco della maturità palistica. Quando accelerano, fanno male.
I Duri volano a 6 punti, +8 di differenza, e staccano il biglietto per gli ottavi. I Sassi restano a zero, ma con i Gio Carioca si giocano un’ultima possibilità per entrare dalla porta delle migliori terze. Per farlo servirà vincere… e farlo bene. Il derby è finito, ma il torneo è ancora tutto da scrivere.
Onore ai sassi per il derby regalato a un pubblico meraviglioso ma complimenti ai favoriti di quest’anno
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