SUBO
2 - Cecconi Mattia
1 - Marinaro Carlo
3 - Mbida Jean
1 - Varotto Luca
DURI
1 - Afi Ayoub
2 - Ruzza Davide
Quando al TdP arrivano certe sfide, il quartiere si stringe intorno al campo come ai tempi delle grandi occasioni. Da una parte i Subo, reduci da un cammino travolgente che profuma di predestinazione. Dall’altra i Duri, campioni in carica, con la corazza lucidata e la stella cucita sul petto. E in panchina, a guidarli spiritualmente, un Pappo Masiero in versione guru della panchina.
Ma la semifinale non va come da copione. I Subo entrano in campo come se sapessero già la fine del libro. Mbida parte in modalità Uomo che sussurrava ai pali e, a furia di segnare, costringe gli spettatori a controllare se il regolamento preveda davvero un limite per gli acuti. Cecconi? Il solito Cecconi. Due pali come due sentenze. E Varotto chiude il cerchio con un timbro da vero centrocampista di lotta e di governo.
I Duri, però, non crollano senza dire la loro. Ruzza ne piazza due e Afi ci crede sempre, anche quando sembra che la partita sia ormai una cena senza dessert. Ma a conti fatti, il dominio Subo è netto, lucido, feroce. Si prendono tutto: campo, possesso, applausi e finale.
I Duri escono da campioni veri, cadendo solo contro una squadra che oggi sembrava semplicemente più ispirata. Non saranno in finale, ma chi li ha visti in azione sa che sono già pronti a riprovarci nel 2026, con lo coppa 2024 sul petto e la fame negli occhi.
I Subo invece tornano dove erano già stati nel 2021. Una finale contro la Mala Del Force, proprio come in quell’ottavo di fuoco. Vendetta o conferma, sarà un affare per cuori forti. Ma una cosa è certa: stavolta non si accontentano di giocarla. Vogliono vincerla. E forse, hanno tutto per farlo.
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