TU QUOQUE
1 - Barbieri Alberto
1 - Calovi Nicolò
2 Teolato Marco
1 Toffanin Davide
DURI
1 - Calore Edoardo
1 - Cecchinato Luca
1 - Marongiu Diego
Un anno dopo, stesso campo, stesso avversario, ma un sapore decisamente diverso. Niente titolo in palio, stavolta. Però chi ha un cuore da Torneo di Palo lo sa: certe sfide non si giocano per il trofeo, si giocano per chiudere il cerchio. E Tu Quoque lo chiude, eccome se lo vogliono chiudere.
I Duri, privi di Afi e Ruzza, tengono botta e onorano la partita con la compostezza di chi sa di non avere più molto da dimostrare. Cecchinato apre subito la serata, ma è un fuoco fatuo. I Tu Quoque – quelli feriti, beffati, rimbalzati a un passo dalla finale – mettono dentro tutto: grinta, voglia, e pure un pizzico di veleno. Barbieri, Toffanin, Teolato (due volte) e Calovi disegnano una sinfonia di pali che vendica dolori passati e profuma di spritz e birrette future. E infatti in palio c’era proprio quello: una Drink Card per il 2026. Che come motivazione non è mica da buttare via.
I Duri provano a rientrare in partita con Calore e Marongiu, ma senza le fiammate del duo Ayoub–Ruzza, il motore non gira come l’anno scorso. E allora si chiude così, con la sensazione che per una volta i Tu Quoque abbiano avuto il tempo dalla loro parte. Stavolta non si sono fatti rimontare, stavolta non hanno tremato. Cosa resta? I Tu Quoque archiviano un torneo solido, di livello, e se imparano a chiudere prima le partite potrebbero davvero puntare al colpo grosso nel 2026.
I Duri, invece, restano una certezza del panorama palistico. Hanno restituito con onore quella coppa che per un anno ha dormito sotto il loro cuscino, e che ora porta incisi i loro nomi. Ma la finalina, si sa, non è casa loro. L’hanno giocata con dignità, ma non è lì che vogliono stare. Ora è tempo di pianificare il ritorno in grande stile. Perché i Duri non vivono di ricordi — vivono per rimettere il naso in finale.
Ultimi commenti