SASSI
4 - Bottin Lorenzo
1 - Munari Nicola
1 - Rozzarin Pierclaudio
Era la classica partita che vale un saluto. O una preghiera. E chi, se non Pierclaudio Rozzarin detto Don Pier, per provare a compiere il miracolo? Trent’anni di TdP, oltre cento pali segnati, un rosario di edizioni vinte, perse, rimpianti, brindisi e ammonizioni. Il suo ritorno in campo accende le tribune e regala al match un’aura speciale.
Ma Gio Carioca non è squadra da inchinarsi per l’anagrafe. Serve la vittoria, e se possibile larga, per sperare ancora nel pass come miglior terza. La vecchia guardia risponde: Conte, tre pali e un piglio autoritario; Buompane che segna e detta tempi; Pasuto che si prende la ribalta, mentre Mr Pera se la gode.
Dall’altra parte, però, i Sassi ci sono. Bottin Lorenzo gioca la miglior partita della sua giovane carriera al TdP: quattro pali e personalità da veterano. Munari prova a mettere ordine, ma è dura quando i tuoi avversari vogliono salvare il torneo tutto in una sera.
Si gioca punto a punto, come se ci fosse qualcosa di più di una classifica in palio. E in fondo è così. Perché il Palo è anche gratitudine, storia, lealtà. E allora ci piace sottolineare il vero gesto tecnico della serata: i Sassi, eliminati e stanchi, che a fine partita restano a dare una mano. Sedie da impilare, tavoli da spostare: Un esempio per tutti.
Gio Carioca chiude a 3 punti e spera. La differenza pali (-9) pesa come un fritto di pesce non digerito, ma i miracoli – come ci insegna Don Pier – qualche volta succedono. I Sassi salutano, ultimi sì, ma con stile: col peso specifico di chi ha scritto pagine importanti del TdP e lo farà ancora.
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