Una serata d’estate, che dovrebbe essere sinonimo di spensieratezza, si apre con un minuto di silenzio che sa di rispetto e malinconia. E poi… beh, poi i Calli partono come se fosse una semifinale. E forse, per intensità e cinismo, dal loro punto di vista lo è davvero.
I Poeti? Forse pagano i troppi versi letti sotto i palchi dello Sherwood o qualche sonetto di troppo recitato sotto il sole di Sottomarina. Quello che è certo è che entrano in campo con la testa altrove, e quando se ne accorgono... hanno già preso cinque legnate. Il primo tempo è una sinfonia a tinte beige (o color tortora, o forse un bianco lavato male… mistero irrisolto il colore della maglia dei Calli), diretta da Tommaso La Paglia (Pallone d’Oro 2024), con un’orchestra composta da Grieco (3 pali), Berti (vecchia scuola, solito tocco di famiglia… e non ci riferiamo a Lisa) e Bellucco (che in questo torneo segna con la regolarità di un orologio svizzero con inflessione padovana).
Nella ripresa, i Calli si limitano a gestire, con la consapevolezza di chi sa di avere in tasca il biglietto per la seconda fase. Ai Poeti va detto, almeno, l’onore delle armi: Cattelan e Iuliucci, vecchie penne del Palo, evitano il cappotto e salvano la dignità.
Il risultato? Un 8-2 che parla chiaro. I Calli volano a 6 punti, +10 di differenza reti, e si candida a pieno titolo come una delle migliori prime dei gironi Expert. I Poeti, invece, restano a quota zero, con la sensazione che le metafore servano solo se seguite dai pali. Per passare, ora serve un’impresa vera contro l’Atletico Perniente… e magari anche l’intervento benevolo di qualche congiunzione astrale nei calcoli della miglior terza.
Faceva troppo caldooooo, era una sauna la piastraaaa
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