MALA DEL FORCE
 1        -        Colizza Gianluca
2        -        Kharabouche Anas
2        -        Parpajola Marco
2        -        Sartori Luigi
3        -        Zulian Giovanni
 
COLPITI DA MCKINLEY
1        -        Chiumento Jacopo
1        -        Conte Federico
1        -        Gusso Davide

C’era una volta il Palo di una volta. E a riportarci lì, con un tocco di nostalgia e un fischietto senza una piega, ci ha pensato Marco Dovigo, arbitro della prima ora, che dopo 16 anni di silenzio è tornato a calcare la scena con la stessa calma olimpica con cui fischiava un tempo. Commosso lui, commossi noi.

Ma il sentimentalismo finisce qui, perché in campo è stato un massacro sportivo. I Mala Del Force, dopo due sconfitte che li avevano lasciati col muso lungo e la calcolatrice in mano, decidono che per qualificarsi serve una sculacciata epica. E la infliggono proprio ai Colpiti, che chiudono con zero punti ma tanto, tantissimo onore.

Partenza sprint di Marco Parpajola, che mette subito due timbri pesanti in avvio. Poi si scatena l'orchestra: Sartori, Zulian, Kharabouche, Colizza... e chi più ne ha più ne colpisca. Un’ondata che nemmeno la pioggia di metà primo tempo riesce a fermare. Dieci minuti di sospensione, qualche goccia che fa scena, e si riparte con la stessa musica. I Colpiti provano a tenere botta con Chiumento, Gusso Davide e Conte Federico, ma non basta.

Con questo 10-3 i Mala Del Force acciuffano il treno per gli ottavi di finale, superando in extremis la concorrenza delle migliori terze. Un premio alla perseveranza, e a un gruppo che da qualche anno viaggia tra il ricordo degli antichi fasti e il tentativo di costruirne di nuovi.

I Colpiti, invece, salutano il torneo con zero punti e una differenza pali da incubo, ma anche con la dignità di chi ci mette la faccia, sempre. Per Daniele Gusso & co. una passerella finale forse amara, ma carica di affetto: sono patrimonio storico del TdP, e senza di loro il TdP non parte proprio… a proposito di storia: bentornato, Dovigo.

Anonimo
07.07.25

Gio Carioca - Sassi = 7 - 6

GIO CARIOCA
 1        -        Benzara Otman
2        -        Buompane Michele
3        -        Conte Sebastiano
1        -        Pasuto Davide


SASSI
4        -        Bottin Lorenzo
1        -        Munari Nicola
1        -        Rozzarin Pierclaudio

Era la classica partita che vale un saluto. O una preghiera. E chi, se non Pierclaudio Rozzarin detto Don Pier, per provare a compiere il miracolo? Trent’anni di TdP, oltre cento pali segnati, un rosario di edizioni vinte, perse, rimpianti, brindisi e ammonizioni. Il suo ritorno in campo accende le tribune e regala al match un’aura speciale.

Ma Gio Carioca non è squadra da inchinarsi per l’anagrafe. Serve la vittoria, e se possibile larga, per sperare ancora nel pass come miglior terza. La vecchia guardia risponde: Conte, tre pali e un piglio autoritario; Buompane che segna e detta tempi; Pasuto che si prende la ribalta, mentre Mr Pera se la gode.

Dall’altra parte, però, i Sassi ci sono. Bottin Lorenzo gioca la miglior partita della sua giovane carriera al TdP: quattro pali e personalità da veterano. Munari prova a mettere ordine, ma è dura quando i tuoi avversari vogliono salvare il torneo tutto in una sera.

Si gioca punto a punto, come se ci fosse qualcosa di più di una classifica in palio. E in fondo è così. Perché il Palo è anche gratitudine, storia, lealtà. E allora ci piace sottolineare il vero gesto tecnico della serata: i Sassi, eliminati e stanchi, che a fine partita restano a dare una mano. Sedie da impilare, tavoli da spostare: Un esempio per tutti.

Gio Carioca chiude a 3 punti e spera. La differenza pali (-9) pesa come un fritto di pesce non digerito, ma i miracoli – come ci insegna Don Pier – qualche volta succedono. I Sassi salutano, ultimi sì, ma con stile: col peso specifico di chi ha scritto pagine importanti del TdP e lo farà ancora.

Anonimo
07.07.25

Subo - Duri = 4 - 8

SUBO
 2        -        Cecconi Mattia
1        -        Marinaro Carlo
1        -        Mbida Jean


DURI
1        -        Afi Ayoub
1        -        Marongiu Diego
3        -        Nalon Mattia
3        -        Ruzza Davide

 

La chiameranno la partita dei rimpianti e delle certezze. Dei presenti e degli assenti. Dei Subo e dei Duri. Da una parte una delle formazioni più leggendarie della storia del TdP, con centinaia di pali sparsi su tre decenni. Dall’altra, i campioni in carica, sempre più convinti di volerla mettere in bacheca anche quest’anno.

Eppure, il momento chiave non si gioca in campo, ma in tribuna. Dove Jacopo “Pappo” Masiero, storico Subo escluso dalla spedizione 2025, si lascia sfuggire una confidenza sibillina sul suo possibile ritorno nel 2026. Qualcuno sorride, qualcuno deglutisce. Perché quando uno come Pappo si rimette le scarpette, si rischia l’effetto domino in rosa.

Nel frattempo, in campo, i Duri fanno i Duri. Ruzza Davide apre la contesa con due pali dei suoi: potenti, chirurgici, silenziosi come una vendetta pensata da tempo. Subo prova a rispondere con Marinaro e un ispirato Cecconi — autore di una prova maiuscola sotto gli occhi di Pappo, giusto per far capire chi tiene ancora il posto. Ma Duri è una macchina: Nalon Mattia (tripletta), Afi Ayoub e Marongiu Diego tengono alta la pressione, mettono sostanza e sigillano un successo che vale il primo posto nel girone C.

Il match è bellissimo, pieno di fair play, applausi incrociati e nostalgia da grandi sfide. Mbida Jean, uno dei totem Subo, trova anche il modo di lasciare la firma in mezzo a un oceano di rammarico.

Subo chiude secondo e si prepara agli ottavi. Con Mbida, Marinaro, Mazzucato, Varotto e tutto il carrozzone, sarà dura per chiunque. Duri, invece, si confermano come la squadra da evitare. Puntano diretti ai quarti con convinzione e pettorali gonfi di autostima.

RATTI PAULI
 1        -        Faccin Tommaso
1        -        Favaro Davide
1        -        Pastore Nicolò


CICLONI
1        -        Calore Alessandro
1        -        Corti Mario


È stato un classico scontro generazionale, uno di quelli da tavola di Natale: i giovani con il fuoco dentro, gli zii esperti con la forchetta già in mano. I Cicloni partono come fulmini, fiutando la possibilità dell’impresa. Corti Mario — esordiente ma senza soggezione — battezza la partita. Poi Calore Alessandro, al quarto TdP, mette il secondo timbro con la stessa convinzione di uno che ha già visto le burrasche di questo torneo.

Ma i Ratti, si sa, non affogano. Galleggiano, osservano, e poi — quando meno te lo aspetti — colpiscono. In rimonta, certo. È la loro arte. Favaro Davide, alla prima ma con la faccia di uno che è nato al Palo, riapre la danza. Poi arriva lui: Tommaso Faccin, il professorone della specialità, che trova il pari con la solita eleganza da curriculum enciclopedico. Il colpo del KO è di Pastore Nicolò, 45 pali in carriera e ancora fame di altri 45. E quando colpisce lui, è spesso decisivo.

La partita, bella, combattuta, nervosa al punto giusto, si chiude con un epilogo che racconta tanto. I Cicloni escono sconfitti ma non ridimensionati: sono giovani, sono già competitivi, e hanno margini ampi come le corse di Turetta e Pastore Ludovico. Torneranno in campo per gli ottavi e non sarà per fare da comparse.

I Ratti invece si godono la terza vittoria in tre partite, chiudono il girone D a punteggio pieno e si candidano — per l’ennesima volta — al ruolo di mina vagante da incubo per chiunque nei turni a eliminazione. Sono in tanti, sono rodati, sono i Ratti. Basta il nome, e già si sente odore di quarti.

RUMAPALI
 1        -        Baran Alessio
1        -        Illotti Paolo


TU QUOQUE
1        -        Esposito Mattia
1                Teolato Marco
1                Toffanin Davide

 

Si dice che il futuro appartenga ai giovani. E infatti i Rumapali ce l’hanno in mano, solo che per ora se lo tengono ben stretto, senza ancora riuscire a metterlo nel tabellone. Ma il potenziale c’è, si vede, si sente e — ogni tanto — si sfoga anche in qualche palo che vibra con rabbia e voglia di farcela.

Contro i Tu Quoque, i ragazzi terribili mettono in campo tutto: gambe, entusiasmo, coraggio e un Paolo Illotti che — ammonizione a parte — gioca come se avesse 100 tornei sulle spalle e invece è solo al terzo. Apre Esposito, rispondono Illotti e Baran con due pali che fanno gridare “e se...”, ma poi nella ripresa esce la qualità dei finalisti 2024: prima Teolato con la sua firma in corsivo, poi Toffanin Davide — uno che quando vede il Palo non sbaglia, e infatti chiude la rimonta con la sicurezza dei veterani.

Per i Tu Quoque vittoria fondamentale, pesante come la differenza pali che gli regala il primo posto provvisorio nel girone F. Squadra solida, di carattere, con un’anima che sa alternare il cinismo di Toffanin, il ritmo di Calovi e la freschezza di Esposito. Sensazioni buonissime per la seconda fase. Rumapali chiudono a 3 punti e fuori dagli ottavi, ma si prende gli applausi del Patronato. Perché sono di fatto la squadra con l’età media piu’ bassa e non è scontato arrivare a giocarsela con i più grandi. Le vittorie pure. E quando torneranno nel 2026 — perché torneranno — ci sarà da divertirsi.

TU QUOQUE
2        -        Calovi Nicolò
2        -        Esposito Mattia
1        -        Pasianotto Giulio
4        -        Toffanin Davide
1        -        Valente Nicolò

GODERECCI DI TOSA
1        -        Coda Luca
1        -        Butucel Alessandro

 

La cronaca di questa partita la si potrebbe cominciare da un concetto semplice: i Tu Quoque erano a rosa completa. I Goderecci, decimati. Il resto è più o meno una conseguenza. D’altronde, i vent’anni sono belli per questo: ci sono priorità che sfuggono alla logica e  puoi anche saltare un turno al TdP se hai in ballo hai un’uscita con una tipa… beata gioventù. E così, mentre i bookmakers azzardavano il ritorno di un 21-0 ( proprio come inInghilterra–Italia del '96, sì, quella del “record assoluto” al TdP), la partita parte e… non c’è storia.

Tu Quoque in modalità furia: Calovi si prende subito la scena, poi Esposito e Valente la dilagano, Pasianotto fa presenza ma soprattutto è Toffanin a scatenarsi con quattro pali in quindici minuti. I Goderecci che ci provano, onore a chi c’era: il palo di Coda è uno squillo d’orgoglio, quello di Butucel un piccolo manifesto di dignità sportiva. Ma non basta.

Finisce 10-2, con i Tu Quoque che ringraziano l’occasione per rimettere la differenza a posto (+8) e presentarsi all’ultima giornata col sorriso di chi sa che ora può anche giocarsela con calma. La squadra vicecampione in carica sale a quota 4, appaiata a Mica Pizza & Fichi, e col match contro Rumapali in programma sa che un pari può bastare. Percentuali? Ottavi in tasca al 95%.

Per i Goderecci, invece, è già epilogo. Due partite, due sconfitte, -9 di differenza. Addio speranze, ma si esce a testa alta. Forse un po’ troppo alta per guardare il campo, ma fa niente: il Palo è anche questo, e soprattutto si puo’ pensare anche al 2026

RUMAPALI 
 1        -        Baran Alessio
2        -        Illotti Paolo

MICA PIZZA & FICHI
1        -        Bagagiolo Sebastiano
2        -        Catanzaro Antonio
1        -        Pittetti Lorenzo
4        -        Spizzichino Giacomo

Si dice che l’esperienza non si compra. Ma si può sempre ordinare su Glovo. E i Mica Pizza & Fichi, questa sera, sembrano aver cliccato su “tutto il menù”: intensità, geometrie, cinismo… e un certo Giacomo Spizzichino, che al TdP si presenta con una tripletta e una prestazione che vale il prezzo del biglietto...anzi di piu' visto che al TdP l'ingresso è gratuito.

I Rumapali, per parte loro, iniziano come sanno: tamburellanti, convinti, quasi arroganti nel piglio. Baran segna subito e in tribuna parte il consueto “e se...?”, che a Palo dura il tempo di un panino finito male. Perché i Mica Pizza cominciano a cucinare sul serio, e da lì in avanti è un’infornata continua: Bagagiolo accende il forno, poi Catanzaro si prende la scena con una doppietta da stendere chiunque. Pittetti fa il solito Pittetti, e poi c’è lui, Spizzichino. Prima da esordiente, prestazione da veterano, sempre nel posto giusto al momento giusto. 

Rumapali prova a rientrare con la doppietta di Illotti, ma ormai è tardi. Troppo tardi. Finisce 3-8, con più di qualche volto lungo in panchina e un’aria da “ci siamo complicati la vita da soli”.  Nel girone F, il quadro comincia a farsi nitido, i Mica Pizza & Fichi balzano in testa a 4 punti e un +5 di differenza pali. Devono ancora affrontare i Goderecci, già fuori, e la qualificazione è praticamente cosa fatta (95%), mantre i Rumapali restano a 3, e per passare dovranno battere Tu Quoque: non c’è alternativa. (15%)

 

DEPORTIVO LO STANZINO
5        -        Faccin Filippo
2        -        Lazzarato Riccardo
2        -        Pace Davis


PINKO PALO
1        -        Milan Andrea

Certe partite iniziano prima del fischio. Stavolta comincia con un abbraccio, tenero come una vecchia figurina Panini: Giuseppe Lazzarato, leggenda vivente del Palo con 17 tornei alle spalle e una carriera che attraversa tre decenni, stringe Riccardo, suo figlio, esordiente con la maglia dello Stanzino. “Vai piano, papà” gli sussurra. E non si capisce se è un invito a non tirare troppo o il timore che il babbo si rompa e poi a casa tocca fare tutto a lui. Spoiler: nessuna delle due cose andrà come previsto.

Perché poi inizia la partita. E da lì in avanti è un monologo del Deportivo: Faccin Filippo decide che il tempo delle cortesie è finito e firma cinque pali da autentico dominatore. Lazzarato (il giovane) si prende la scena con una doppietta elegante, Pace Davis fa il suo (e lo fa bene), e a metà del secondo tempo il punteggio recita 9-1. Il palo dei Pinko, unico della serata, è un lampo fugace firmato da Milan, che poi si perde. 

La sensazione è chiara: lo Stanzino c’è, e fa sul serio. È una squadra vera, collaudata, che ha assorbito l’anima dei vecchi Ratti Pauli e ci ha aggiunto volti nuovi affamati. Classifica alla mano, Deportivo vola a 6 punti e mette un piede e mezzo agli ottavi (95%), con lo scontro diretto coi Chicchelini a decidere chi prenderà la testa del girone. Palooney è a 3, e dovrà vincere l’ultima con i Pinko (già virtualmente - ma non matematicamente - eliminati, la differenza -16 pesa eccome). 

SOTTO IL SALONE
 1        -        Berto Davide
2        -        Esposito Alberto
2        -        Paluello Nicola

 

PAL IN DROMO
1        -        Bocca Giuseppe
1        -        Kreko Egi
1        -        Schiavon Nicola
1        -        Spinello Simone

Era la terza gara della serata, ma – cosa anomala, anzi no – il prepartita sembrava già il terzo tempo. Sotto il Salone e Pal in Dromo si presentano in campo dopo una lunga sosta... al BarH. Calici svuotati, panini divorati, brindisi incrociati come se non ci fosse un domani. E invece c’era una partita da giocare. O da celebrare.

A prendersi la scena, ancor prima del fischio iniziale, è Re Giorgio Mazzucato. Cinquantotto primavere, tantissime edizioni giocate, rientra dalle ferie con la solennità di chi ha scritto pagine di storia sul cemento di Cristo Re. Il pubblico (numeroso quanto basta) si commuove. O finge di farlo, ché certe icone non si discutono, si applaudono.

Il resto lo fanno Schiavon, Kreko, Spinello e compagnia barcollante: Pal in Dromo gioca come sa, tra automatismi da annate vissute insieme e birre smaltite in corsa. Ma anche Sotto il Salone non è venuta per fare da comparsa: Esposito ha la gamba dei giorni belli, Paluello orchestra con tocco retrò, e Berto Davide – nome da esordiente, piglio da veterano – firma il palo che spezza l’equilibrio e consegna la vittoria.

Finisce 5-4. Tra abbracci sinceri, pacche sulle spalle e commenti che iniziano con “che bella partita” e finiscono con “un’altra media, grazie”.

In classifica, Sotto il Salone vola a quota 6, già con una mano sulla Coppa del Nonno e l’altra sugli ottavi. Pal in Dromo resta a 3, e si giocherà tutto contro i Beers & Bears, in una sfida che promette più acciacchi che tattica. Occhio agli Scainari, che possono ancora rovinare la festa. Ma con questo spirito – e un BarH sempre attivo – anche il girone A può regalarci altre perle. E altre birre.

CHICCHELINI
 3        -        Moscato Matteo
1        -        Sarzetti Andrea

PALOONEY TUNES    
1        -        Cardinale Mattia
2        -        Volpato Nicolò
3        -        Zanon Pietro

 

Sarà stato l’esonero di Mister Schiavon? Sarà stato il profumo di riscatto dopo il passo falso all’esordio? Fatto sta che i Palooney Tunes (gli ex Titohunga in salsa 2025) tornano finalmente a graffiare. E lo fanno con una prestazione tutto cuore e muscoli, contro dei Chicchelini in giallo canarino, che fa rima con cartellino. Non male come mimetismo.

Pronti via, ed è subito Cardinale a piantare il primo sigillo della serata. I Chicchelini però non stanno a guardare e ribaltano tutto: Moscato Matteo infila una doppietta che sa di rivelazione, Sarzetti lo imita con piglio da veterano, e a pochi minuti dalla pausa il tabellone (che non c’è) dice 3-1 per loro. Sembra indirizzata, ma non avevano fatto i conti con tal Zanon.

Nel secondo tempo si accende il valzer. Volpato timbra due volte il cartellino, Zanon fa tris in meno di dieci minuti e prende in affitto un pezzetto di area Chicchelina. I gialli accorciano ancora con Moscato (tripletta per lui, applausi), ma la rincorsa finisce lì. Il finale è arroventato, anche perché il direttore di gara Rasi – sezione di Milano Marittima, spiaggia 45 – distribuisce ammonizioni come gelati al lungomare: tutti ne vogliono uno, e nessuno lo digerisce bene.

Finisce 6-4 per i Palooney, che riaprono un girone che sembrava già incanalato. A quota 3, servirà battere i Pinko Palo, così da potersene bellamente sbattere i pali di quanto faranno Chichellini e Deportivo nella loro gara, Proprio i Chicchelini, dopo la scorpacciata dell’esordio, incappano in un brusco risveglio: tre punti, sei di differenza, e tutto ancora da decidere nello scontro diretto contro i ragazzi dello Stanzino. E sarà una partita da non perdere: per chi sogna gli ottavi... e per chi non ama i calcoli.

SCAINARI
1        -        Borella Fulvio
1        -        Borella Giulio
2        -        Calore Omar

 

BEERS & BEARS
1        -        Badain Diego
1        -        Gilli Riccardo

 

Nel girone A, quello “anziano” per vocazione e regolamento, l’esperienza non manca, ma la freschezza sì. Lo si capisce già nel riscaldamento: i Beers & Bears si presentano al completo, sì, ma con il fisioterapista personale – mancava solo il lettino. Gli Scainari invece contano le presenze una a una: Galeazzo ancora reduce dalla maratona gastronomica della sera prima dà forfait, e per portare a casa la partita serve stringere i denti. O toglierli (...battuta, forse da spiegare...vista ò'età, hanno la dentiera, capito?)

Il primo tempo è educato, quasi soft. Si colpisce poco e si sbuffa tanto. Ma c’è un Borella – Fulvio – che non ha mai smesso di sapere dove si colpisce: 1-0, e tutti sotto con moderazione. Alla ripresa il ritmo si alza quel tanto che basta per far entrare in scena i pesi massimi. Badain Diego – leggenda viva, classe ’82, 74 pali in carriera – timbra con mestiere. Ma è fuoco di paglia: Calore Omar risponde con la calma glaciale di chi ha già vinto tutto, Borella Giulio lo imita col suo passo da professore della meccanica palistica. La partita si fa frizzante, nonostante le giunture.

I Beers ci provano con Gilli Riccardo, ma ancora Calore – 154 pali in carriera, tanto per dare un contesto – firma il definitivo 4-2. Da segnalare che, dopo le scosse della gara precedente, stavolta il direttore di gara si gode una serata tranquilla: arbitro rilassato, taccuino intonso, atmosfera da calcetto tra vecchi amici.

In classifica gli Scainari risalgono e agganciano quota 3, rilanciando le ambizioni da ottavi. Ma sarà la sfida contro Sotto il Salone a decidere tutto. Beers ancora fermi a zero, e ora per passare devono battere Pal in Dromo e incrociare dita, gomiti e supporti lombari. 

COLPITI DA MCKINLEY
1        -        Fungenzi Matteo
1        -        Gusso Daniele
1         -       Conte Federico
1         -      Chiumento Jacopo
 
RATTI PAULI
3        -        Amato Stefano
1        -        Favaro Davide
1        -        Pace Ray
3        -        Pastore Nicolò
 

Quando la brace si affievolisce e le ultime salsicce di Galeone scivolano tra pane e maionese, è il momento perfetto per il gran finale. Solo che – col senno di poi – finale non è. Per i Colpiti da McKinley sembra più l’epilogo, mentre per i Ratti Pauli suona come l’ouverture di qualcosa di molto più grande.

I Colpiti partono forte. Ma bastano tre giri d’orologio ai Ratti per rimettere le cose in chiaro  e poi  dominare, banchettare. Amato segna, sorride e poi segna ancora. Pastore Nicolò lo imita con la leggerezza di chi la sa lunga, Pace Ray danza tra le linee, Favaro fa quello che vuole. L’intera squadra gira, e gira bene. Faccin, vede una squadra con qualcosa in piuì rispetto agli anni scorsi : c’è fiducia, c’è gamba, c’è storia. E si vede.

I Colpiti? Provano a rientrare. Gusso accende una fiammella, Conte la alimenta, Fungenzi la tiene viva fino alla fine. Ma il distacco è ampio, troppo. E il punteggio finale – 8 a 4 per i Ratti – fotografa un divario che oggi non ammette discussioni. A fine gara, lo sguardo perso di Conte e Chiumento verso il campo dice tutto: il torneo si è messo male, la strada è in salita e ora serve più di un'impresa per rimettere insieme i pezzi.

Per i Ratti Pauli invece è tutto un altro film: 6 punti in due partite, ottavi già in archivio, entusiasmo alle stelle. La sensazione? Che stiano crescendo al momento giusto. E se trovano ritmo, sono una delle mine vaganti più pericolose del torneo. Da qui alla gloria il passo è lungo, ma vuoi vedere che.... 

MALA DEL FORCE
 2        -        Breveglieri Luca
2        -        Parpajola Marco

 

CICLONI
2        -        Calore Alessandro
1        -        Marinaro Pietro Gaetano
1        -        Pivato Giacomo
1        -        Turetta Francesco


Se la prima gara era partita con l’odore di brace, la seconda è vissuta con la griglia a pieno regime. Le salsicce sfrigolano, le birre ghiacciate vengono spinate a rotta di collo e gran parte del pubblico accorre da Galeone, ché il Palo, si sa, si gusta meglio a pancia piena.
In campo? In campo si balla. Male per la Mala, bene (anzi: benissimo) per questi Cicloni che sono giovani, ma giocano con l’intelligenza tattica di chi è cresciuto a video dei Subo di fine anni Dieci.

Eppure la Mala non parte male: si affida ai soliti noti, e qualcosa di buono si intravede. Parpajola detta i tempi con la disinvoltura di chi ha già vinto titoli di squadra e personali, Breveglieri Luca trova due pali che profumano di redenzione dopo la falsa partenza.

Ma i Cicloni sono un vento che non avvisa: improvvisi, rapidi, dirompenti. Apre Calore con una doppietta in avvio che mette subito i brividi. Poi arrivano Marinaro, Pivato e Turetta, e il tabellino si riempie come il vassoio di salsicce grigliate da Galeone. Tutti a segno, tutti coinvolti, tutti con quella fame di vittoria pari a chi, questa sera, è accorso per i panini onti.

Il ritmo è alto, la partita vibrante, il finale serrato: 5-4 per i più giovani, e la sensazione che stiano davvero cominciando a capire il mestiere.
Le salsicce, intanto, si stanno esaurendo. Ma il sapore del rammarico resta sulla griglia – lato Mala del Force. Due sconfitte su due, e una rincorsa che ora si fa in salita.

In classifica, i Cicloni a quota 6 volano: punteggio pieno, differenza positiva e qualificazione agli ottavi in tasca. Mala ferma a zero, costretta a vincere contro i Colpiti, sperando poi nel favore dei numeri e degli astri. E intanto, qualcuno sussurra: “Questi Cicloni… sono una bella sorpresa”.

BAFANA BAFANA
 1        -        Cacco Giovanni
1        -        Mazzucato Roberto
2        -        Paccagnella Matteo
 
ATLETICO PERNIENTE        
3        -        Martin Mattia

 

Non è una partita, è un’abbuffata di contrasti. La prima gara della serata si gioca con il termometro – a detta dei presenti – oltre i limiti dell’umano, tra lingue penzoloni, borracce evaporate e il profumo di salsiccia che sale dalla Griglia del Galeone. Lo si capisce subito che non sarà una gara da ritmi vertiginosi: il primo tempo sembra un… boh. Di certo non una partita di Palo.

I Bafana? Mezzi in vacanza, rimaneggiati e forse pure spaesati. Ma in campo c’è comunque chi la sa lunga: Paccagnella fa il Paccagnella (che, da regolamento, significa “segna, sempre”)  e la banda gialloverde (anche oggi in amaranto) si prende il vantaggio.

Dall’altra parte, l’Atletico Perniente indossa la sua versione più fedele al nome. Ma un faro nella nebbia c’è, e si chiama Martin Mattia: palista di razza, talento silenzioso con il piede che fa poesia. Il suo primo palo – al 21’ del primo tempo – è roba da museo. Si vocifera che la Commissione Stile lo stia già incorniciando come Miglior Palo del Torneo.

Nel secondo tempo i Bafana sembrano in controllo: salgono sul 4-1 e la pratica pare archiviata. Ma l’Atletico ha un sussulto d’orgoglio, ancora con Martin in cattedra, che ne piazza altri due e riapre tutto. Finale incandescente, con due occasioni clamorose per il pareggio: palo sfiorato e mani nei capelli, ma il destino stavolta fischia tre volte.

In classifica, i Bafana salgono a 6 e agganciano i Calli in vetta al girone, con lo scontro diretto ancora da vivere. Atletico ancora a secco, ma con questo spirito (e con Martin così), il discorso qualificazione è tutto fuorché chiuso.

Anonimo
02.07.25

Sassi - Duri = 3 - 8

SASSI
1        -        Gnudi Giacomo
2        -        Tridello Tommaso
 
DURI
1        -        Afi Ayoub
2        -        Calore Edoardo
1        -        Kadisi Rayan
1        -        Nalon Mattia
1        -        Rossetto Andrea
2        -        Ruzza Davide
 
 

Minuto di silenzio anche qui, in un campo carico d’attesa e significato. Poi la parola passa ai Pali. E parlano forte. Certo, quando vedi scendere in campo Tridello, Ruzza & co. contro Rossetto, Afi, Ruzza (nel tanto attesissimo derby di famiglia) e compagnia Dura, capisci subito che non sarà una serata normale. Un derby dal sapore epico, vissuto come una semifinale, con tutto il peso della storia su entrambi i lati. E per un tempo, i Sassi riescono persino a tenerlo in piedi.

Il primo lampo è di Rossetto Andrea, che apre le danze con la stessa eleganza che contraddistingueva il padre (campione della prima edizione del TdP). Poi, dal nulla, il boato: Gnudi Giacomo, tira fuori il colpo che riporta i Sassi in parità. E a inizio ripresa, doppietta di Tridello e rimonta completata. Ma poi...

Poi i Duri decidono che è ora di fare sul serio. Afi si scrolla la ruggine, Kadisi raddoppia, e da lì in poi è un assolo granata: Ruzza Davide, Calore, Nalon, ancora Calore. Una sinfonia da giostra del palo, diretta con la freddezza dei campioni in carica. I Sassi, onore a loro, hanno giocato. Hanno lottato, si sono sbattuti, hanno acceso gli spalti come non si vedeva da tempo. E per un tempo ci hanno creduto. Ma la realtà è che dall’altra parte c’era una macchina ben rodata, fatta di giocatori al picco della maturità palistica. Quando accelerano, fanno male.

I Duri volano a 6 punti, +8 di differenza, e staccano il biglietto per gli ottavi. I Sassi restano a zero, ma con i Gio Carioca si giocano un’ultima possibilità per entrare dalla porta delle migliori terze. Per farlo servirà vincere… e farlo bene. Il derby è finito, ma il torneo è ancora tutto da scrivere.

Anonimo
02.07.25

Gio Carioca - Subo = 5 - 14

GIO CARIOCA   
 3        -        Benzara Otman
1        -        Carrossa Diego
1        -        Pasuto Davide


SUBO 
1        -        Bordin Andrea
1        -        Cecconi Mattia
1        -        Decina Riccardo
2        -        Marinaro Carlo
3        -        Mazzucato Riccardo
4        -        Mbida Jean
1        -        Ponchia Matteo
1        -        Varotto Luca
 
 

Anche in questa gara prima del fischio d’inizio c'è stato spazio per il silenzio. Un minuto solo, ma denso, come certi ricordi che sono riaffiorati tra i presenti. Poi però si gioca….

E si gioca forte. I Subo entrano in campo con le cuffiette ancora calde dai voli EasyJet del weekend europeo, eppure sembrano scesi da una capsula criogenica: lucidi, famelici, inesorabili. Gio Carioca, invece, sembra aver lasciato la testa e le gambe altrove. Il risultato? Una delle prestazioni più rotonde nella lunga e gloriosa storia della banda di Marinaro & Co.

È un palo-party tutto Subo, con una lista di marcatori da far tremare i calcolatori del torneo: Mbida (4), Mazzucato (3), Marinaro (2), Bordin, Cecconi, Decina, Ponchia, Varotto… manca solo la mascotte. L’unico momento in cui i Gio Carioca riescono a far alzare la voce ai pochi irriducibili sugli spalti è quando Benzara (tripletta d’orgoglio) colpisce per due volte in rapida successione. Ma è solo un’illusione: la valanga granata li travolge con ritmo costante.

Niente da fare per i gloriosi reduci dell’epopea 2018: i Subo sono un fiume in piena e questa volta i carioca ci annegano dentro. Onore comunque a chi ha lottato fino in fondo, a chi non si è arreso nemmeno sul -9, e a Pasuto, autore del quinto timbro finale. In classifica, Subo in testa a 6 punti e già qualificati con un piede e mezzo nei quarti. Gio Carioca a zero, ma con la possibilità concreta di centrare un ripescaggio come miglior terza… se batteranno i Sassi e se il dio del Palo avrà voglia di essere dalla loro parte

Anonimo
02.07.25

Poeti - Calli = 2 - 8

POETI
1        -        Cattelan Andrea
1        -        Iuliucci Alessandro
 
CALLI
2        -        Bellucco Carlo
1        -        Berti Stefano
3        -        Grieco Giacomo
2        -        La Paglia Tommaso
 

Una serata d’estate, che dovrebbe essere sinonimo di spensieratezza, si apre con un minuto di silenzio che sa di rispetto e malinconia. E poi… beh, poi i Calli partono come se fosse una semifinale. E forse, per intensità e cinismo, dal loro punto di vista lo è davvero.

I Poeti? Forse pagano i troppi versi letti sotto i palchi dello Sherwood o qualche sonetto di troppo recitato sotto il sole di Sottomarina. Quello che è certo è che entrano in campo con la testa altrove, e quando se ne accorgono... hanno già preso cinque legnate. Il primo tempo è una sinfonia a tinte beige (o color tortora, o forse un bianco lavato male… mistero irrisolto il colore della maglia dei Calli), diretta da Tommaso La Paglia (Pallone d’Oro 2024), con un’orchestra composta da Grieco (3 pali), Berti (vecchia scuola, solito tocco di famiglia… e non ci riferiamo a Lisa) e Bellucco (che in questo torneo segna con la regolarità di un orologio svizzero con inflessione padovana).

Nella ripresa, i Calli si limitano a gestire, con la consapevolezza di chi sa di avere in tasca il biglietto per la seconda fase. Ai Poeti va detto, almeno, l’onore delle armi: Cattelan e Iuliucci, vecchie penne del Palo, evitano il cappotto e salvano la dignità.

Il risultato? Un 8-2 che parla chiaro. I Calli volano a 6 punti, +10 di differenza reti, e si candida a pieno titolo come una delle migliori prime dei gironi Expert. I Poeti, invece, restano a quota zero, con la sensazione che le metafore servano solo se seguite dai pali. Per passare, ora serve un’impresa vera contro l’Atletico Perniente… e magari anche l’intervento benevolo di qualche congiunzione astrale nei calcoli della miglior terza.

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Tabellini con formazioni, marcatori e un breve commento per ogni partita del torneo

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